Dunhuang


Cittadina nel deserto del Gobi, a Km 25 dalle Grotte di Mogao, Dunhuang è il più importante sito archeologico della Via della Seta. Una grande rupe di arenaria è bucata da circa 1000 grotte di varia grandezza, scavate dal 366 d.C. alla metà del 14° secolo e contenenti statue fittili e affreschi di grande qualità. Quando il monastero venne abbandonato, i monaci sigillarono le celle e le grotte. Nel 1900 un monaco buddista che passava di la, Wong Yuan Lu, decise di restaurare le grotte, piantare alberi, costruire una guesthouse. Il restauro era finanziato con l’elemosina. Nel corso dei lavori scoperse una camera contenente una immensa collezione di manoscritti e di pitture su seta e su carta. Le autorità di Dunhuang decisero di richiudere le grotte perché sarebbe stato troppo caro trasportare i tesori altrove ma nel 1907 l’esploratore inglese Aurel Stein , che lavorava per l’Archeological Survey of India , persuase Wang a riaprire la grotta. Pagando quattro soldi acquistò circa 7000 manoscritti  e 500 pitture , che ora sono divise tra il museo di Delhi e il British Museum a Londra. Lo stesso anno un linguista Francese , Paul Pelliot , ripetè l ‘ operazione e portò a Parigi notevoli tesori. Nel proseguo vennero scoperte altre 241 grotte. Le pitture sono relativamente in buono stato a causa del clima desertico secco. Sono aperte al pubblico a rotazione circa 30 grotte. In una mezza giornata se ne possono vedere una quindicina. Le statue nelle grotte possono essere piccole o colossali. Un Buddha d’epoca Tang è alto m. 34. Anche le pitture murali sono di qualità eccelsa.